
Sono all’incirca le 19 di un giorno feriale di un anno di fine anni ’70, 1978 o 1979 probabilmente, la rondella del mio TV Philips in bianco e nero mi aiuta a sintonizzarmi su RaiDue. Lo so a memoria che in corrispondenza di quella frequenza, più o meno sulla parte alta della lista delle stesse frequenze, si trova quella di RaiDue, devo ricordarlo a memoria poiché il logo del canale reca esclusivamente la scritta ‘Rai’, senza specificare di quale canale della TV nazionale si tratti. Sta per iniziare Spider-Man ed è per me un appuntamento imperdibile, quasi non ci credo che la TV nazionale sia riuscita ad importare e doppiare correttamente un prodotto statunitense, un’animazione derivata dalla saga di fumetti di uno degli eroi più popolari, uno dei miei preferiti. Fortunatamente, in quel momento, non ho una cultura che mi consenta di tracciare un paragone con la qualità raggiunta dall’animazione nel ‘2020, altrimenti la visione sarebbe, a dir poco, imbarazzante. Invece, poiché si tratta di un prodotto all’avanguardia per l’epoca, la stessa visione è entusiasmante, poter vedere Spider-Man lanciarsi con le sue ragnatele fra i palazzi di Manhattan, inseguire e sconfiggere i cattivi, scattare foto e recitare le sue iconiche battute ironiche, è un’autentica delizia senza confini per un bimbo di 4-5 anni cui piace sognare ed immedesimarsi negli eroi. Un bambino che guarda i supereroi, sogna e fantastica, mentre gli adulti osservano, compiaciuti del fatto che il piccolo abbia trovato una così ricca e gradita fonte di intrattenimento. Già, il piccolo ha trovato una fonte di intrattenimento commisurata alle sue esigenze di bimbo, un intrattenimento assolutamente puerile ed inconcepibile per un “adulto”. I “cartoni animati”, come i fumetti, i giocattoli ed i più semplici giochi da tavolo, rappresentano un concetto di “svago” esclusivamente fruibile da parte dei più giovani e giammai, in alcun modo, applicabile ai più grandi. Quelli che sono cresciuti sono passati a forme di intrattenimento più “serie” e “adulte” che bene identificano il loro status. Almeno questa è la visione, rispetto a questo argomento, di cui è intrisa in larga parte la cultura dei paesi occidentali: il “cartone animato” ed il fumetto non vengono minimamente presi in considerazione dal mondo degli adulti e sono relegati al ruolo di intrattenitori per bambini.
Eppure, l’esperienza diretta ci dice una cosa diversa. Sono ancora così piccolo e mi “intrattengo” con “cartoni animati” e “fumetti”, ma già mi accorgo di una cosa: oltre a mirabolanti avventure portate avanti da coloriti eroi mascherati o abili piloti di giganteschi Robot, percepisco chiaramente che mi arrivano dei messaggi. I protagonisti sopra elencati non stanno solamente dando vita a quelle mirabolanti avventure, in ogni gesto che essi compiono c’è qualcosa di più: sarebbe potuto facilmente fuggire mettendosi in salvo, invece è rimasto rischiando la vita, per salvare quella del suo amico; potrebbe starsene comodamente a casa ed invece esce immediatamente e senza alcuna remora ogni volta che qualcuno ha bisogno di lui; sono una squadra, si aiutano sempre gli uni con gli altri e nessuno mai rimane indietro; ha dimostrato di essere pronto, in ogni momento, a sacrificare tutto per la donna che ama; non sono invincibili e perfetti, commettono errori, hanno paure, dubbi, esitazioni, come tutte le persone, di diverso hanno solo responsabilità enormemente più grandi. Sono piccolo, ma questo non mi impedisce di iniziare a guardare oltre l’apparenza ed a capire che c’è molto di più del mero “intrattenimento” di cui si parla. I protagonisti delle vicende che sto seguendo non si limitano a vivere avventure, attraversano parabole esistenziali, affrontano sfide con sé stessi ancor prima che con i “cattivi”, fronteggiano la propria parte più oscura e cupa, quella che a nessuno piace guardare. Sono ancora piccolo per capire e fruire appieno di questo aspetto, ma percepisco chiaramente qualcosa, qualcosa che non riesco ancora a spiegare ma avverto chiaramente che è importante.
Nell’arco dei decenni a seguire, mentre le mie esperienze di vita definiscono la persona che sono, c’è qualcosa che mi accompagna, è sempre presente e non mi lascia mai. È il mio rapporto con il mondo degli “eroi” dei fumetti e dell’animazione, io non ho mai abbandonato loro e loro non hanno mai abbandonato me. Era impossibile non notare che, per ogni fase della vita che io stessi attraversando, per ogni tipo di esperienza che io stessi vivendo, potevo trovare una rispondenza, se non a tratti addirittura una guida, fra le gesta di quegli stessi personaggi. Come è possibile tutto questo, nel momento in cui mi avevano detto che quegli “eroi” andavano bene solo per i bambini e che, da adulto, mi sarebbe venuto naturale allontanarmi da loro? La risposta risiede nel fatto che quel modo di intendere le cose, che circoscrive fumetti ed animazioni ad un mero strumento ludico per bambini, è sbagliato e drammaticamente restrittivo, è diretta conseguenza di alcuni dogmi che permeano la cultura della società occidentale, definiscono i canoni di una persona classificata come “adulta” ed impediscono di fruire appieno del valore di quelle che sono, in realtà, autentiche opere d’arte.
Attraverso la profondità narrativa, la sofisticata struttura delle vicende e la coinvolgente caratterizzazione dei personaggi il fumetto e l’animazione sono in grado di trasmettere valori ed esperienze di vita nelle quali il lettore/spettatore può immedesimarsi e dalle quali può trarre ispirazione. I protagonisti delle storie che possiamo seguire attraversano parabole che li portano a confrontarsi con i lati più reconditi di sé stessi ed a porsi quesiti esistenziali di spessore assoluto. Nella risposta alle difficoltà che la vita mette loro davanti, i personaggi di anime e fumetti possono trasmettere valori che lo spettatore può mutuare, fare propri e adattare alla propria esperienza.

– Naoto Date, protagonista del manga/anime “L’uomo Tigre” (Tiger Mask) è un ragazzino cresciuto in un orfanotrofio, la cui rabbia verso la durezza della propria esistenza lo porta ad aderire ad una crudele e spietata associazione di lottatori, nell’ambito della quale riuscirà rapidamente a fare carriera e ad arrivare ai vertici, utilizzando senza remore ogni tipo di scorrettezza. Quando torna a visitare l’orfanotrofio in cui era cresciuto, senza rivelare la sua doppia identità di lottatore, si rende conto di quanto importante sia il suo alter ego e l’esempio che ne deriva per i bambini, decide allora di non utilizzare più scorrettezze e di contrapporsi alla crudeltà che, fino a quel momento, aveva permeato la sua esistenza quale risposta alle angherie che la vita gli aveva riservato. Il “tradimento” nei confronti della crudele associazione che lo aveva cresciuto e portato al successo gli costerà una persecuzione da parte della medesima associazione che, in un crescendo narrativo drammatico e struggente, lo porterà a confrontarsi con i più feroci demoni fuori ma soprattutto dentro di sé, mostrando fragilità, fallibilità ma anche devozione ed inesauribile forza di volontà. Lo spettatore si troverà più volte, con le dovute proporzioni, a comparare la parabola esistenziale del protagonista con la propria e ad immedesimarsi.

– Masai (Tetsuro), ragazzino protagonista delle vicende del manga/anime “Galaxy Express 999”, vive in un futuro nell’ambito del quale le persone più facoltose possono permettersi di sostituire i propri corpi umani con dei corpi meccanici che consentono loro di estendere la vita praticamente all’infinito. Dopo il crudele assassinio di sua madre ad opera di alcuni facoltosi ed annoiati cittadini e dopo aver egli stesso ucciso quegli individui per vendetta, è costretto alla fuga e si imbarca su un treno che segue una rotta interplanetaria la cui destinazione finale è un pianeta sul quale il ragazzo conta di ottenere finalmente il tanto sospirato corpo meccanico. Le esperienze vissute dal protagonista durante un tragitto che lo porta a confrontarsi con svariati tipi di personaggi, ognuno alle prese con le proprie vicende, lo spingono verso una serie di profondi interrogativi sul significato stesso dell’esistenza, interrogativi che lo spettatore potrà mutuare, fare propri e porre a sé stesso, cercando risposte in un crescendo di profondità narrativa propria del grande maestro Matsumoto.

– Peter Parker, un giovane studente, molto dotato e talentuoso nelle materie scientifiche, altrettanto impacciato nei rapporti interpersonali si trova, a seguito di una rocambolesca sequenza di eventi, ad acquisire dei poteri sovrumani. La giovane età lo porta all’inizio a pensare di fruire delle nuove abilità acquisite esclusivamente per interesse personale, ma una drammatica circostanza che avrebbe potuto evitare facendo un uso più saggio dei propri poteri lo porta ad una profonda crescita e ad iniziare una nuova vita nell’ambito della quale il ragazzo mette a disposizione di tutte le persone che si trovano ad avere bisogno del suo aiuto le proprie abilità. Nel fronteggiare una colorita varietà di avversari, il ragazzo verrà spesso spinto ai limiti delle proprie capacità e si troverà spesso a dubitare di ogni cosa e di cosa sia davvero giusto o sbagliato. È superfluo specificare che, anche in questo caso, lo spettatore può vivere in prima persona tutte le altalene emozionali del protagonista.

– Bruce Wayne, giovane rampollo della più ricca ed influente famiglia della città, vede la propria esistenza sconvolta dal brutale assassinio dei propri genitori ad opera di un criminale di strada. Decide, al netto delle necessità di rappresentanza, di rinunciare di fatto alla propria identità e di assumere quella di un giustiziere mascherato il cui compito è terrorizzare il crimine e riportare ordine. Affrontando criminali sempre più abili e psicologicamente sofisticati si troverà a percorrere una parabola interiore che lo spingerà oltre i propri limiti fino ad interrogarsi sul reale concetto di giusto o sbagliato riferito ad ogni cosa.
In ognuna delle opere d’arte descritte sopra ed in tante altre che potremmo elencare, gli autori, attraverso le vicende dei protagonisti, trasmettono valori positivi come lealtà e forza di volontà, ma anche introspezione verso i lati oscuri di ognuno di noi, meschinità, fallibilità. Percorrendo le parabole dei protagonisti, lo spettatore può riconoscersi in esse e confrontarle con il proprio percorso esistenziale, traendo utili insegnamenti e termini di paragone rispetto alle proprie esperienze.
Le parabole dei protagonisti dei migliori fumetti ed anime si integrano alla perfezione con il percorso esistenziale dello spettatore e lo accompagnano nella sua crescita e presa di responsabilità.
Nessuno è chiamato a decidere se fumetti ed anime siano o meno opere d’arte, poiché questo non è un concetto opinabile, tutti siamo semplicemente chiamati a rendercene conto. Dopo le spiegazioni fornite sopra, continuare, come fanno alcuni, a sostenere che fumetti ed anime non siano forme di arte, significa semplicemente essere spinti da pregiudizi e superficialità.
I grandi maestri autori di autentiche opere d’arte, che non stiamo qui ad elencare, aspettano semplicemente il giusto riconoscimento al valore della propria devozione e delle proprie opere.
A presto con un capitolo dedicato ai videogiochi, nel frattempo partecipate attraverso i vostri commenti.