“Magari ce lo avessimo qui un Putin, lui sì che è uno con le palle, altro che la nostra classe politica di me@@a, che ci ha portato alla rovina.”
Prendiamo ad esempio una delle frasi più iconiche, anche se avremo modo di analizzare molte altre espressioni, di quella categoria di persone che, oltre a dare il titolo a questo articolo, rappresenta una platea di individui che, per certi versi, abbiamo già abbondantemente analizzato all’interno di articoli precedenti e che, in questa occasione, andiamo a visionare da un punto di vista che riguarda superficialità e coerenza.
Che ci sia stato lo zampino di Russia e Cina nella diffusione di una immane quantità di fake news, tese a destabilizzare lo Stato Sociale delle democrazie occidentali, non lo scopriamo ora, lo certifica il Parlamento Europeo attraverso questo comunicato congiunto.
I paesi governati attraverso regimi dittatoriali o simil/dittatoriali sono da sempre infastiditi dai paesi e dalle aree all’interno delle quali la collettività riesce a raggiungere un livello di democrazia di tutto rispetto. Il timore principale è che i loro cittadini, qualora abbiano la possibilità di visitare quei paesi anche solo per un breve periodo, possano rendersi conto della marcata differenza.
Certo, molte delle azioni perpetrate dai paesi occidentali ai quattro angoli del pianeta durante i secoli non sono il più elevato esempio di etica e democrazia, sotto questo aspetto essi non sono migliori degli altri e su questo argomento potremmo aprire un capitolo dedicato. Ma i paesi occidentali, almeno, hanno fatto tesoro delle esperienze a tratti terrificanti attraverso le quali sono passati e proprio grazie a quelle esperienze sono riusciti a costruire un livello interno di democrazia che suscita l’invidia del resto del pianeta.
Nonostante susciti l’invidia del resto del pianeta, esiste una platea di individui la cui ignoranza e superficialità impediscono loro di capire esattamente di cosa si tratti, sono gli individui di cui si accenna sopra e che danno il titolo a questo articolo.
Alla base dell’atteggiamento di queste persone ci sono molti degli elementi che abbiamo già ampiamente analizzato in articoli precedenti, una profonda insoddisfazione per la propria condizione, una scarsa/inesistente propensione a farsi carico delle proprie responsabilità e di conseguenza a prendere in mano le redini della propria vita, la convinzione che la propria condizione non sia conseguenza delle proprie azioni ma di non meglio precisati complotti di livello globale, senza i quali quegli individui sarebbero certamente riusciti a conseguire risultati molto migliori nella vita.
Partendo da questi presupposti, che rendono impossibile ogni approccio ed ogni tentativo di dialogo, questi individui attuano una serie di iniziative e diffondono una serie di informazioni, delle quali cercheremo di analizzare le più significative, poiché il loro numero, in continuo aumento esponenziale, rende impossibile analizzarle tutte.
Non è un caso, ad esempio, che si scopra sistematicamente che persone che aderiscono ad una o all’altra teoria del complotto, adoperandosi a diffondere tonnellate di castronerie sui social, aderiscono poi a tutte le altre, quantomeno a quelle più in voga sul momento poiché come sappiamo, quando i complotti vengono smantellati dalle prove e dal faticoso lavoro dei debunker, non esistono scuse né tanto meno pentimento, esiste solo il prossimo complotto.
Nonostante queste persone vivano, all’atto pratico, una vita nell’ambito della quale riescono, sistematicamente, a non farsi mancare nulla di ciò che desiderano ed a fare praticamente tutto quello che vogliono, protetti dalle democrazie occidentali, i loro discorsi sono, dalla mattina alla sera, una interminabile nenia di lamento su ogni cosa possibile, su ogni argomento, su come nulla funzioni, nulla vada bene e tutto sia nient’altro che una gigantesca macchinazione dittatoriale tesa a privare gli individui della loro “libertà”.
Di fronte ad ogni questione che coinvolga la intera collettività come la pandemia, la recente guerra in Ucraina, la transizione ecologica dell’approvvigionamento energetico, la disoccupazione tecnologica etc., questi individui si schierano puntualmente contro tutte le versioni ufficiali, pur non essendo sostenuti da alcuna prova e/o documentazione.
Dispongono sempre di “canali alternativi” che li tengono al corrente di tutte quelle informazioni che non vengono divulgate attraverso i canali ufficiali, poiché esse sono “scomode” per i “poteri forti” che controllano il Mainstream.
Stando alla loro narrazione, i nostri ordinamenti non sono democrazie, ma “dittature travestite da democrazie” che sono in grado di “limitare i nostri diritti senza che neanche ce ne accorgiamo”. I nostri diritti sono talmente limitati dalle feroci dittature che ci governano che tutti possono iscriversi ad ogni social anche con più account dai nomi coloriti e scrivere qualunque tipo di insulti nei confronti dei governanti, praticamente senza conseguenze.
È sufficiente che uno qualunque dei tradizionali guru della disinformazione confezioni una narrativa che suoni bene alle orecchie di coloro i quali hanno un così grande bisogno di sentirsi “alternativi”, che immediatamente esso viene eletto a “vero professionista dell’informazione”, “non pagato dal Mainstream”, non condizionato, che “diffonde le notizie scomode per il Sistema”. Sottoporre a controllo l’attendibilità delle “informazioni” diffuse dai guru di cui sopra è facoltativo: sono esse l’esatto contrario delle versioni ufficiali? Allora devono necessariamente essere vere e chiunque non voglia dar loro credito è “sottomesso al Mainstream”. Poco importa che siano proprio quelle “dittature travestite da democrazie” a garantire un livello di pluralismo tale da poter diffondere anche castronerie di quella portata.
E allora Assange?
Nell’ottica dell’individuazione di alcune linee guida nei comportamenti di questi individui, analizzeremo alcuni casi al fine di evidenziare le tendenze ricorrenti, come quella di “sbandierare” alcuni accadimenti che, a detta di questi signori, dimostrano che, in realtà, siamo in “dittatura”.
Nel caso di Julian Assange è sempre necessario capire quali siano state le reali ripercussioni dei furti e rivelazioni di segreti di Stato, attuati dallo stesso Assange e da Wikileaks, nei confronti delle vite degli agenti speciali dell’intelligence occidentale che spesso operano già in condizioni proibitive, come descritto da questo articolo della BBC:
Come al solito, queste persone vivono e fruiscono a quattro ganasce delle democrazie occidentali, la cui sicurezza è garantita anche dagli agenti di cui sopra, ma a parole sono contro i “regimi totalitari” dai quali siamo governati.
E allora la Politkovskaja?
Per una volta saremo noi ad utilizzare il modo di dire “e allora?”. Anna Stepanovna Politkovskaja, la cui biografia è pubblicata qui, è stata una giornalista Russa con passaporto Statunitense, brutalmente assassinata nel 2006, dopo la pubblicazione del suo libro “La Russia di Putin”. Ella è semplicemente la più famosa tra i giornalisti vittime della violenza dei regimi dell’est europeo, gli stessi luoghi dove, a sentire i simpatici amici che danno il titolo a questo articolo, vigono democrazie ben più solide delle nostre gestite da politici molto più validi.
È ora che falliscano, i social ci hanno rovinato la vita.
Le recenti vicissitudini che hanno coinvolto l’azienda META, di proprietà di Mark Zuckerberg e controllante di Facebook, il cui investimento sul progetto Metaverso non ha ancora prodotto i risultati sperati e che hanno portato a ventilare l’ipotesi di un cospicuo numero di licenziamenti, sono state accolte con festeggiamenti dalla platea degli “alternativi”, che auspicano la chiusura dei social e l’eventuale bancarotta di META come un bene per l’umanità. Rimane da chiedersi cosa farebbero, a quel punto, tutte queste persone che passano la maggior parte del proprio tempo sui social, di tutto quel tempo libero che si troverebbero ad avere così improvvisamente.
AstroSamantha non esiste, fanno tutto negli studi televisivi, solo i gonzi non se ne accorgono.
I pittoreschi commenti, rivolti dai componenti della platea di cui sopra, alle storie social che descrivono le straordinarie realizzazioni umane e professionali di Samantha Cristoforetti aprono uno squarcio, qualora ce ne fosse ulteriormente bisogno, sul livello di disagio esistenziale di certi individui, convinti che l’uomo non sia mai stato sulla Luna e che le immagini di Samantha siano in realtà registrate all’interno di studi cinematografici. Tutto questo mentre i moderni dispositivi, dei quali hanno sempre modelli rigorosamente all’avanguardia, che usano per inondare i social con le loro castronerie, sono in parte sviluppati proprio attraverso quella ricerca spaziale che “non esiste”.
L’Euro è stato solo una gigantesca fregatura per impoverirci
A sentire queste persone l’istituzione dell’Euro è stata una gigantesca “fregatura”, un complotto teso ad “impoverire progressivamente le masse”. Dobbiamo ancora capire cosa esattamente sia stato loro negato, di cosa si siano dovuti privare e come sia possibile che, all’interno di un sistema così dittatoriale, tutti dispongano di una o due carte di credito e possano fare ogni tipo di acquisto online, attraverso tecnologie controllate dai “poteri forti”. Alcuni di loro sostengono che sarebbe molto più conveniente utilizzare altre valute, ma devo ancora conoscerne uno che abbia accettato di trasferirsi in un paese al di fuori dell’area Euro.
La guerra è voluta dall’America per estendere il proprio dominio all’Europa, è tutta una macchinazione della NATO.
Nel 2016, Tony Seba, uno dei più straordinari analisti ed imprenditori dei nostri tempi, aveva previsto la crisi del mercato dei combustibili fossili x la Russia e la mancanza di un vero piano, l’unica alternativa al quale sarebbe stato l’espansionismo imperialista.
Attraverso l’accordo bi Belaveza, la Russia riconobbe il diritto, sancito dalla Costituzione Sovietica, da parte di ogni repubblica aderente all’unione di potersi separare dalla stessa in qualunque momento e riconobbe la indipendenza dell’Ucraina nelle totalità della sua territorialità.
Attraverso il memorandum di Budapest l’Ucraina, la quale, a seguito dello scioglimento dell’URSS, si era trovata ad ereditare praticamente un terzo dell’intero arsenale nucleare dell’Unione, si impegnò a restituire tutti i materiali alla Russia. È tipico di tutti i più sanguinari regimi dittatoriali privarsi del proprio arsenale e dunque di un eventuale strumento deterrente di ricatto nei confronti della comunità internazionale.
Per i nostri amici titolari di questo articolo è sempre stato facilissimo ricordare quando, anni fa, gli americani ordirono un complotto teso alla fabbricazione di prove false circa la produzione da parte dell’Iraq, di armi di distruzione di massa, il tutto al fine di poter avere un pretesto per un’invasione il cui unico scopo era appropriarsi delle risorse petrolifere. Su questo canale parliamo di questa vicenda in questo articolo. Per gli stessi amici è difficilissimo, anzi praticamente impossibile, riconoscere che le motivazioni addotte dalla Russia di Putin per giustificare l’invasione dell’Ucraina, ingombrante presenza della NATO e presenza di gruppi neonazisti su territorio Ucraino, siano ridicole e che le reali motivazioni siano rappresentate dalla volontà di appropriarsi delle ingenti risorse industriali e minerarie delle aree sottoposte ad attacco militare, prima che l’Ucraina aderisca alla UE e che le medesime risorse inizino a contribuire al PIL della stessa UE, togliendo ulteriore potere economico ad una Russia già in notevole affanno. la prostituzione psicologica nei confronti di Putin, ai limiti dell’adorazione settaria, il disagio esistenziale, il costante bisogno di essere “contro” ed “alternativi” non consente ai nostri amici di essere obiettivi e di farsi “qualche domanda” come è nel loro stile e come chiedono sempre agli altri, ad esempio: guarda caso, in un paese grande, da solo, quasi metà dell’Europa occidentale, le minoranze russofone e filorusse che hanno rappresentato il pretesto principale per l’invasione, addestrate, armate, organizzate e fomentate su territorio ucraino, si sono sviluppate esclusivamente nelle aree più ricche a livello industriale e di risorse minerarie. Ma in questo caso i nostri amici si sono dimenticati di porsi le “domande” a loro sempre tanto care, altrimenti come si fa a portare avanti il gioco di ruolo dell’”occidente cattivo” e dei “cercatori di verità”?
Se avete incontrato anche solo uno di questi che si sia trasferito in Russia, segnalatelo pure a questo canale, rappresenterebbe davvero uno spunto interessante.
Hai visto le auto driverless? Vogliono farci fuori
No, molto più semplicemente il progresso è inarrestabile ed i benefici della disoccupazione tecnologica, in presenza dell’istituzione di un semplice reddito universale, sono mostrati da questo canale praticamente dal giorno della sua fondazione. Sarebbe stato necessario impiegare l’ultimo decennio per sensibilizzare la politica verso l’istituzione dello stesso reddito universale, per arrivare preparati ad un capitolo inevitabile della storia dell’umanità come la disoccupazione tecnologica, ma era preferibile scendere in piazza contro il 5G ed il grafene, continuare a fare acquisti online e guardare Grande Fratello e partite, all’interno delle nostre “dittature travestite da democrazie”.
Senza annoiare eccessivamente, abbiamo cercato di analizzare il comportamento e le espressioni di questi individui nell’ambito di diverse vicende che riguardano la nostra collettività, al fine di mettere in evidenza i tratti comuni:
mantenere rigorosamente il cuBo al caldo all’interno delle moderne democrazie occidentali, continuare a fruire a quattro ganasce di tutti i benefici offerti dalle medesime democrazie, poter scrivere ogni tipo di castroneria e di insulto ai governanti su ogni social senza alcuna conseguenza, mai lontanamente pensare di mostrare un minimo di attributi e trasferirsi davvero in un luogo diverso, tutto questo mentre ci si professa sistematicamente “alternativi” alle feroci dittature occidentali e “contro” tutto. Chi scrive ha deciso, ad un certo punto della propria vita, di lasciare il proprio paese Natale per un luogo che riteneva più sociologicamente compatibile con la propria genetica. Un discorso fondato dunque sulla compatibilità e sulla legittima ricerca della felicità da parte di ogni essere umano, nell’ambito del quale mai, neanche per un secondo, mi sono permesso di definire il mio Paese “dittatoriale” ed ho sempre riconosciuto le sue caratteristiche di moderna democrazia, all’interno della quale i diritti fondamentali ed il pluralismo sono garantiti. Insomma, per molto meno di ciò con cui i nostri amici sopra descritti ci danno l’assillo quotidiano, io me ne sono andato.
Resta da capire quando i nostri amici, così oppressi dalle nostre feroci dittature, decideranno di trasferirsi in luoghi che ritengono migliori e più democratici.